Puccia Motta è nella nostra famiglia da sempre: veniva da ragazzina a imparare da Nonna Pina l'arte del far la sarta e aveva imparato davvero bene, perchè la nonna diceva con orgoglio che era la sua "première"!
Puccia Motta (come la chiamo io) mi ha visto nascere, nel vero senso della parola, e prima che io nascessi era in tutte le foto di famiglia e nelle foto di gruppo delle gite e delle vacanze.
La domenica faceva dei biscotti speciali, di quelli che se ne poteva mangiare solo uno o due, perché "erano sostanziosi" si diceva in casa.
Ho voluto recuperare da Mariuccia la ricetta originale e - in effetti - non è delle più indicate oggi per chi volesse rispettare qualche buona norma alimentare... ma il risultato è assolutamente garantito! Anche per me che non ho mai fatto biscotti in vita mia.
500 gr di farina (sicuramente allora non si usava quella raffinata: anch'io li ho fatti con metà 0 e metà 2); 1 bustina di lievito per dolci (o cremortartaro, meglio ancora); 3 uova intere (una vola dell'aia, ora almeno biologiche!); 250 gr di zucchero (io ormai uso quello di canna); 250 gr di burro (quando ce vo', ce vo'), che si mette a pezzi, a temperatura ambiente e a poco a poco si scioglie mentre si fa l'impasto; un pizzico di sale, un cucchiaio d'olio, un bicchierino di rum (oggi ci ho messo il Vin Santo di famiglia!).
Una volta preparato il "barlòc", lo si lascia riposare in una zuppiera per una mezz'oretta coperto da un tovagliolo, e poi si preparano le "biscie" per fare le ciambelle o i biscotti lunghi. Mezz'ora in forno a 180° - 200° gradi (dipende dal forno) e ... resistere alla tentazione di farli fuori prima, durante e dopo la cottura!
E a chi suggerisce di diminuire il burro o mettere meno zucchero... suggerisco di cambiare ricetta:
i biscotti - per le mie papille - sono solo questi!
QUESTA E' LA FESTA