Vorrei saper discettare con le parole di altri,
enciclopedie ambulanti di vanità umane
o di discorsi importanti,
di quelli che fanno dire ooohhh!!!
Il Blog della Zia Popa
perché i miei nipoti continuino a gioire nell'arrotolarsi gli spaghetti
giovedì 8 settembre 2022
I MIEI OCCHI
sabato 5 dicembre 2020
IL POSITIVO, IL NEGATIVO e LE CELLULE FELICI
Ho pensato molte volte in questi ultimi mesi all'effetto delle parole sul nostro organismo.
Voi, nipoti più grandi, ci ragionate su e riuscite a distinguere (qualche volta, perchè davvero non è facile!!) se quello che ci stanno dicendo ci fa bene o ci fa sentire a disagio.
Ma come fanno i miei/nostri nipotini più piccoli
quelli di 8 anni, di 4, di 2
a cavarsela in mezzo a una foresta di parole
che dicono esattamente il contrario di quello che dovrebbero dire?
Se abbiamo addosso un maglione rosso e qualcuno (anzi, più di uno) ci dice che è blu... come minimo abbiamo un attimo di sbandamento: il nostro cervello in quel momento si fa un sacco di domande, perde tempo e perde energia. Sicuramente diventa difficile stare a discutere se il maglione è rosso o blu, se ho ragione io o ha ragione l'altro. E lo sbandamento diventa davvero destabilizzante se "l'altro" sono la TV, Facebook, i vicini di casa, i compagni di scuola, la maestra dell'asilo e milioni e milioni di persone che tutti i giorni da quasi un anno ci dicono
che ESSERE UNA PERSONA POSITIVA è UNA COSA NEGATIVA
e che ESSERE UNA PERSONA NEGATIVA è UNA COSA POSITIVA.
Altro che grattacapo!
Una volta nelle fiabe c'erano i personaggi POSITIVI di cui ci si poteva fidare (la fatina di Pinocchio e di Cenerentola) e i personaggi NEGATIVI da cui bisognava diffidare (il lupo di Cappuccetto Rosso e il Gatto e la Volpe di Pinocchio). Ora ti continuano a dire che BISOGNA STARE ATTENTI ALLE PERSONE POSITIVE e che POSSIAMO STARE VICINO SOLO ALLE PERSONE NEGATIVE.
Poi però ci sentiamo dire che... BISOGNA ESSERE POSITIVI, perchè tutto andrà bene!
Insomma, con tutta l'energia che stiamo sprecando per capirci qualcosa
è evidente che ci siamo indeboliti,
che finiamo per ammalarci
e che soprattutto siamo già parecchio ma parecchio nervosi!
E questo lo si capisce a buon senso, anche senza conoscere Masaru Emoto (che però mi piacerebbe andaste a scoprire chi era): veniva chiamato "l'uomo dell'acqua" perchè ha fatto tantissimi esperimenti fotografando i cristalli ottenuti congelando l'acqua sottoposta alle vibrazioni di parole o brani musicali, ma anche di pensieri e stati d’animo: "L’acqua sottoposta alle vibrazioni di parole e pensieri positivi forma dei
cristalli bellissimi simili a quelli della neve. L’acqua sottoposta alle vibrazioni di parole e pensieri negativi reagisce creando strutture senza forma e prive di armonia".
(se volete vederle andare a cercarle su Google: quelle brutte qui non le voglio mettere!)
Siccome pare che l'acqua raggiunga nel nostro corpo la stessa percentuale che ha nel pianeta: quasi il 70% (ma c'è chi parla anche del 90%), io voglio - per me e per tutti voi - le vibrazioni belle, quelle che ci disegnano dentro i cristalli di neve e che cantano tintinnando:
OGNI CELLULA DEL MIO CORPO E' FELICE
OGNI CELLULA DEL MIO CORPO STA BEN
SONO CONTENTA CHE OGNI CELLULA
DEL MIO CORPO E' FELICE E STA BEN
giovedì 2 luglio 2020
GAMBA A BANANA e GAMBA A CAROTA: la magia dell'OTTOGALOPPO, per me e per Kelly
Forse nei primi tempi della Balzana, quando venivate dalla Zia Popa per qualche settimana a "confondervi" coi cavalli, non ci giocavo ancora. Ma dopo che ho conosciuto Andrè Bourlet Slavkov, simpaticissimo e geniale, che nel luglio 2003 è stato qualche giorno in fattoria a insegnarci il suo Mimo Equestre, ho avuto il flash su come fosse finalmente possibile aiutare piccoli e grandi a "saltellare" (oltre che a galoppare)!
Quella volta ho percepito esattamente come mai - quando me ne andavo nei boschi con Juanito - potevo permettermi di galoppare sentendomi perfettamente a mio agio (anche e soprattutto quando ho abbandonato le redini e lo guidavo col corpo e se occorreva con un cordino appoggiato sul collo), mentre quando andavo con altri cavalli avevo sempre la percezione di dover in qualche modo "cercare un accomodamento" col loro modo di muoversi.
GAMBA A BANANA e GAMBA A CAROTA: ho scoperto che la mia gamba-guida (come ho più volte verificato anche nei corsi sull'Organizzazione Cerebrale Ottimale) è la sinistra, quindi la mia "gamba a banana" che guidava nel mimo del galoppo coincideva perfettamente con quella di Juanito, decisamente sinistrorso nei suoi movimenti. Ci avevano provato in tanti a spiegarmelo in termini "equestri" ma il concetto non mi era mai entrato in testa. Io riuscivo solo a percepire da anni la mia totale armonia con i suoi movimenti e la mia capacità di fare spontaneamente un piccolo movimento col bacino per "cambiar gamba" quando avvertivo che lui stava cambiando direzione.
L'intuizione è arrivata all'improvviso: l'8 è fatto da due cerchietti che vanno "uno da una parte e uno dall'altra", quindi potevo far giocare piccoli e grandi all'OTTOGALOPPO anche per "cambiare punto di vista", "sentire" nel corpo questo flusso, percepire la linea mediana che divide la nostra destra dalla nostra sinistra, scrivere meglio, cogliere al volo l'antiorario e l'orario, il prima e il dopo nel Pancia-Gamba e Gamba-Pancia dell'Otto dell'Alfabeto di Dennison.
Da allora OTTOGALOPPO è diventato un punto fermo nei miei corsi sia di CavalGiocare® che di Brain Gym® , persino in quelli che in questi mesi ho fatto online!
E' stato molto bello ricevere nelle sere scorse, dopo uno dei miei seminari online di Brain Gym®, il messaggio di una delle partecipanti che lo aveva immediatamente proposto a sua figlia.
Una volta non c'erano questi problemi, perchè tutti giocavano sulla sabbia con le biglie nelle piste delle macchinine con forme a otto; o giocavano con il manico di scopa a fare il cavallino andando avanti appunto con gamba a banana e gamba a carota.
Io mi sono abituata a incontrare queste difficoltà anche nelle persone più insospettabili, tra chi scrive benissimo e tra chi si muove in modo assolutamente coordinato nella ginnastica artistica: è tutta una questione di cambio di prospettiva "su richiesta" e quindi col carico di imbarazzo e ansia di prestazione che a volte ci accompagna!
venerdì 20 marzo 2020
ZIO PAOLO, GIOCOLIERE DI PAROLE... e ANTIDOTO ALLA PAURA
Abbiamo la fortuna di vivere qui in Casentino! |
Ogni tanto (spesso) zio Paolo spalanca le finestre e mette musica a tutta palla. E le poche persone che girano (2-3 al giorno ormai) si fermano a guardare in su... Qualche volta si mettono a ballare e stanno sotto le nostre finestre. ASCOLTARE MUSICA è un antidoto potente alla paura che ci sta letteralmente falcidiando, perchè la paura affatica il respiro e indebolisce i polmoni, che così diventano più vulnerabili!
Quando zio Paolo può "toccare" uno strumento musicale, qualunque esso sia, diventa irrefrenabile e la sua voglia di condividere questa sua ricchezza interiore lo ha portato a creare da diversi anni un gruppo su Facebook che si chiama 7 NOTE PER RIACCORDARSI, dove ogni giorno mette pezzi straordinari. Puoi andare a sentirli cliccando qui sotto:
A zio Paolo piace molto giocare con le parole: dice sempre nei suoi corsi che
RI-ACCORDARCI vuol dire predisporre le nostre CORDE per la musica che vogliamo o dobbiamo suonare, individualmente, nella "orchestra da camera dei nostri affetti", nella "grande orchestra d'archi della vita". Vuol dire prendere atto che spesso ci SCORDIAMO di noi e continuiamo a suonare "scordati". Un invito a RI-CORDARCI DI NOI, di quello che siamo, che stiamo facendo, che siamo in grado di fare, qui e ora.
E' stata la mia (e la sua) salvezza negli anni in cui ero più in ospedale che a casa e gli infermieri mi chiedevano di NON ascoltare la musica con le cuffie perchè ... ne avevano bisogno anche loro!
Per aiutarci ad affrontare l'eroica impresa della vita quotidiana, e andare incontro alla settimana, chi meglio di Beethoven potrebbe esserci? E l' "Eroica", appunto, mi pare la migliore, in questi frangenti. Sì, l' "Eroica", la Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore Op. 55, composta da Ludwig van Beethoven fra il 1802 e 1804, per la Direzione del M° Herbert von Karajan.
mercoledì 11 settembre 2019
A CHE SERVE LA PEDAGOGIA?
Oggi lo zio Paolo mi ha portato (in moto) a Barbiana, dove Don Milani ha vissuto e fatto la "sua" scuola dal 1954 al 1967.
Voi non ricordate probabilmente chi fosse, ma la zia Alida ne ha fatto il suo riferimento quando insegnava alle medie in uno dei quartieri più poveri di Pavia e io ne ho fatto la base della mia tesi.
E poi Lettera a una professoressa (scritto interamente dai suoi allievi e pubblicato nel maggio 1967, un mese prima della sua scomparsa) è stato - ed è tutt'ora - il manifesto della "vera scuola" dalle rivoluzioni degli studenti del '68 in poi.
Virgulti d'olivo, davanti alla Scuola di Barbiana |
Ma che ci fa quella piscina, stretta e lunga? lui non era certo in agriturismo! Ce lo avevano mandato "in punizione". Nelle sue Lettere alla mamma una nota dice: "C'è una chiesa del Trecento, una canonica e qualche casa sparsa nei boschi. Mancava allora l'acqua, la corrente elettrica, la strada, il servizio postale". Il fatto è che in mezzo a quella situazione lui aveva voluto costruire quella vasca con i suoi ragazzi, perchè imparassero a nuotare e non affogare nei fossi.
La pedagogia così com'è io la leverei. Ma non ne sono sicuro. Forse se ne faceste di più si scoprirebbe che ha qualcosa da dirci.
Poi forse si scoprirà che ha da dirci una cosa sola. Che i ragazzi son tutti diversi, son diversi i momenti storici e ogni momento dello stesso ragazzo, son diversi i paesi, gli ambienti, le famiglie.
Allora di tutto il libro basterebbe una paginetta che dicesse questo e il resto si potrebbe buttar via.
A Barbiana non passava giorno che non s'entrasse in problemi pedagogici. Ma non con questo nome. Per noi avevano sempre il nome preciso di un ragazzo. Caso per caso, ora per ora.
Io non ci credo che esista un trattato scritto da un signore con dentro qualcosa su Gianni che non si sa noi.
(tratto da Lettera a una professoressa, pp. 119-120)
martedì 16 maggio 2017
SBOCCIARE
giovedì 27 aprile 2017
GIOCARE SANO, di più e di più!
A me oggi basta così.