Mi piace questo flash di Pavia, cari i miei nipoti vicini e lontani! La mia città, la vostra città di origine.
La città di adozione e - come ama dire zio Paolo - la sua città di ado(ra)zione.
Il percorso romanico più bello d'Europa, probabilmente, così concentrato in una città di neanche centomila abitanti, studenti universitari compresi (un terzo della gente che vi abita).
Una città affascinante, anche tra le brume (un bell'eufemismo per non parlare della nebbia profonda che a volte sembra avvolgere anche i cervelli e i cuori dei pavesi, che amano spesso bistrattarsi e autodenigrarsi).
Una città più conosciuta come capitale del gioco d'azzardo e per gli intrallazzi nelle alte sfere che non per quella miriade di dettagli, sfumature, riflessi, emozioni che ci regala ogni volta che ci sof-fermiamo ad ascoltarla, guardarla, accoglierla.
Ci sono vissuta i miei primi 14 anni, sui colori del Ticino, e altri dieci vicino a San Teodoro, assorbendo negli occhi i ciottoli delle sue strade, gli archi romanici, le viuzze attorno a casa, il fornaio, il salumiere e la lattaia.
Sono tornata a viverci dopo 30 anni di Toscana.
Ho ricominciato a girarla alzando la testa, a ri-accorgermi dei piccoli balconi settecenteschi che si affacciano in via Cardano, in Strada Nuova, in Corso Garibaldi; dei palazzi barocchetto valorizzati per la prima volta dalla zia Alida (ecco qua la nota della Treccani, dal Dizionario Biografico degli Italiani: CASSANI, Lorenzo Bartolomeo, detto il Cassanino Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 21 (1978)
Insomma: sarà il caso di cominciare a "viverla" davvero questa città amabile!
La mia recente esperienza di campagna elettorale mi ha fatto conoscere un sacco di gente bella, motivata, innamorata di questa città dai mille contrasti, che ha voglia di vederla rifiorire e di ridarle la dignità umana, culturale, sociale che ha avuto nella storia e che si merita pienamente.
É quando ci si ritorna, forse, che la si apprezza di più... o quando si invecchia!
O più semplicemente quando si riprende la bicicletta...
Ed è giusto che ci si sdegni per questo cartello che dal 1997 trionfa nel prato di un condominio in una delle zone residenziali più belle della città:
NO, non ci siamo e non ci stiamo! |
Dunque: riavvolgiamo il nastro, e torniamo a RI-ACCORDARE le nostre corde stonate. Ri-Cordando per esempio quello che Pavia ha fatto per i bambini negli anni '70, con i primi doposcuola, i primi nidi, le prime attività sportive nei quartieri periferici, le più avanzate esperienze formative nella VI Scuola Media (poi intitolata a Cesare Angelini) al Vallone, dove anche facendo questi cartelloni SI ACCORDAVANO ALLA LORO CITTÁ gli alunni di III media della zia Alida:
Proprio ieri sfogliavo il mio lavoro di tesi:
Università degli Studi di Pavia
Facoltà di Lettere e Filosofia
Esperienze formative nel pavese: un esempio di pedagogia in zona urbana nel quartiere Vallone
Relatore: Chiar.mo prof. Egle Becchi
Tesi di Laurea di Maria Paola Casali
Anno Accademico 1976-77
Ma questa è un'altra puntata ...
... Riprendiamo la bici...