Lievi suggestioni natalizie, che mi riportano ad altri Natali...
Presepe Nature: Pinkito e Margherita alle 3 di notte. Foto © La Balzana |
PAVIA, abside di San Teodoro |
... e soprattutto mi ricordano l'emozione del
"preparare" il Natale.
Da ragazzina, almeno per tutte le elementari e forse anche le medie, i sabati pomeriggio di dicembre erano caratterizzati da una puntata a San Teodoro.
Immancabilmente anche oggi, ogni volta che passo da questo angolo rivivo le stesse sensazioni di allora: aria un po' cupa di nebbia, un pochino di paura (ci si arriva da una stradina piccola e sassosa, allora come ora poco illuminata) e battito del cuore appena accelerato, anche perché arrivavo spesso all'ultimo minuto e gli altri bambini erano già nella cripta per la funzione dell'Avvento.
Le luci e la musica che scappavano dalle finestrelle basse mi segnalavano che la preghiera stava iniziando. Il giorno di Natale, alla messa delle 9.30, arrivavo in genere con il cappotto nuovo che la nonna Pina mi aveva finito durante la notte, o comunque con un paio di calzettoni nuovi, o di guanti e cuffia da inaugurare.
Passare da San Teodoro ancora oggi mi ricorda l'intimità delle candele nella cripta dove si stava più caldi per la messa e la posizione esatta di dove mi andavo a sedere (diversa da quella delle Messe degli altri periodi dell'anno, quando avevo davanti le pecore che ancora oggi evocano il mio soprannome).
La mattina di Natale, prima della Messa, c'era il bagno e prima ancora - di buon mattino - la "finta" della sorpresa per i regali portati da Gesù Bambino (come capita a tutti i bambini, attorno ai 6-7 anni qualche amica dispettosa si era divertita a smontare il sogno, svelando la vera provenienza dei doni dal bagagliaio delle auto dei genitori e, a quei tempi, dalle borse nascoste per tempo negli armadi di casa).
Eppure era - e resta - sempre una gran sorpresa, perché anche se per tutti gli anni successivi mi son assunta il compito di "rinnovare" l'emozione preparando direttamente l'ambiente la sera della Vigilia - mi piace scoprire che "qualcuno" è passato dopo di me e ha aggiunto qualche piccola cosa (meglio se per me!)
Non ho foto di quei momenti. Allora solo lo zio Sergio aveva la macchina fotografica, e addirittura la cinepresa: ma quei momenti intimi tutti dedicati alla nostra famiglia erano "solo nostri". L'unica immagine che collego alla sera della Vigilia (per il richiamo angiolesco della situazione) è questa, di Giancarlo piccino con una buffissima camicia da notte della zia Alida.
Non ho foto di quei momenti. Allora solo lo zio Sergio aveva la macchina fotografica, e addirittura la cinepresa: ma quei momenti intimi tutti dedicati alla nostra famiglia erano "solo nostri". L'unica immagine che collego alla sera della Vigilia (per il richiamo angiolesco della situazione) è questa, di Giancarlo piccino con una buffissima camicia da notte della zia Alida.
Forse stava telefonando per sapere a che ora sarebbe arrivato GESÚ BAMBINO e poter preparare per tempo la CIOTOLINA con il latte tiepido per Lui e la CAROTINA per l'asinello (che la mattina dopo avremmo trovato puntualmente sgranocchiata con le dovute gocce di latte rimaste ancora sul pavimento insieme alla ciotola vuota).
E il rito delle SCARPE lucidate? A casa le pulivamo a turno io e i miei fratelli, ma mi pare che la sera di Natale ognuno si preoccupasse ben volentieri di lustrare le proprie per andarle a collocare il più in vista possibile in salotto ai piedi del divano, delle poltrone e dello specchio. Era il "segnaposto" inequivoco per indicare dove avrebbero dovuto essere appoggiati i regali che ti a-spettavano.
La mattina ovviamente ero la prima a svegliarmi all'alba (con gran disappunto di tutti gli altri della famiglia - più grandi - che conoscevano il copione e avrebbero solo voluto dormire ancora). Una rapidissima occhiata di nascosto ai vetri smerigliati del salotto (proibito entrare da soli!) e la meraviglia di vederlo tutto colorato di arancione, con un profumo di mandarini che passava da sotto la porta!!!
Era allora che cominciava il tormentone della sveglia a tutta la casa per accelerare il momento magico della scoperta, che andava fatta rigorosamente prima del bagno, della colazione e della Messa, anche perché ci si rivestiva per l'occasione con le nuove calze, magliette, mutande, camicie, cravatte e scarpe (quando andava di lusso).
Non ricordo bene se ognuno si fiondava nel proprio "angolo": non mi pare. Mi piace ricordare che tutti prima facevano il giro della stanza per guardare la scenografia preparata per tutti: le scatole impacchettate e infiocchettate piccole e grandi, il pacchetto morbido che nascondeva sicuro un maglioncino o una sciarpa, i mandarini a mucchietti sparsi, insieme alle noci, alle confezioni di datteri e fichi secchi, a qualche filo argentato e al tocco geniale di chi aveva predisposto la situazione.
Che bello poter aprire un pacchetto e condividerne lo stupore e la gioia con gli altri, che fanno la stessa cosa ma tenendo gli occhi aperti su ognuno di noi! che bello "tenerci dentro" questi momenti!!
insieme