martedì 15 gennaio 2013

LA GUERRA DEGLI SPILLI


Le 5 del pomeriggio: papà mi è venuto a prendere all'asilo e ora siamo già arrivati a casa. Pane burro e zucchero di merenda. Buonoooo!

Levo il grembiulino e vado nel laboratorio della mamma: non ho tempo di annoiarmi. Se voglio, posso levare gli ultimi fili rimasti nelle marche che già l'Angelita ha tolto, oppure posso sbastire l'orlo che ha appena finito la Lucia; subito dopo la Giovanna mi passa la scatoletta di fili da rimettere in ordine e Mariuccia mi chiama per sistemare insieme i bottoni che sono stati appena fatti vedere alla cliente.

L'Emilia scatta al suono del campanello: è lei che ha il compito di andare ad aprire e far accomodare le signore in salotto, e a me piace correrle dietro per vedere chi è arrivato oggi.

Poi verso le 7, prima che tutte se ne vadano, c'è la cosa più bella: la ricerca degli spilli rimasti a terra, per fare la Guerra degli Spilli con i miei fratelli!!! (da farsi rigorosamente dopo cena, quando si è già sparecchiato, lucidato le scarpe e preparato le cartelle per il giorno dopo).

OCCORRENTE:
  1. uno sgabello di legno, possibilmente quadrato
  2. due calamite, una per ogni partecipante
  3. 10 spilli a testa (o quelli che si concorda di avere per il proprio esercito)


COME SI GIOCA:
  • ci si siede a terra uno di fronte all'altro, con lo sgabello al centro
  • si schierano gli spilli sul proprio lato (e se lo sgabello è un pochino ricurvo... viene il bello!)
  • si mette la calamita sotto allo sgabello in corrispondenza del proprio esercito
  • si cerca di far camminare gli spilli verso l'avversario


QUANDO SI VINCE:
  • non lo so! 

Non me lo ricordo proprio, ma la cosa che mi ricordo viva come ora è la preparazione, l'attesa, la ricerca dello spillo che si era infilato sotto la macchina da cucire e che riuscivo a prendere solo io con le manine piccole. La concentrazione nel cercare di cogliere lo spillo con la calamita, il lieve strascichio sul legno, il color latte degli sgabelli (forse erano stati appena reimbiancati, me li ricordo così), la soddisfazione di fare queste cose con le mie dita.
Che bello!

P.S. probabilmente - conoscendo i miei fratelli - vincevano regolarmente loro...

Le mani abili di Nonna Giulia, la mamma di Paolo