sabato 13 dicembre 2014

PENNA E PENNINO







13 dicembre, Santa Lucia!

Sui banchi di scuola c'era sempre un regalo, che segnava una tappa del nostro imparare: il quaderno con le righe sempre più piccole, di anno in anno; la penna col pennino, a sostituire la matita e il temperino; il calamaio nuovo; gli album "Roselline", quelli con i disegni su foglio quadrettato e le greche, e poi quelli più difficili, con i disegni su foglio bianco.

La penna stilografica arrivava come regalo per la comunione o la cresima (allora si facevano in seconda elementare), ma si usava soprattutto a casa, perché era impegnativa e costava troppo! A me ne avevano regalata una piccola, di madreperla, che mi è caduta dall'astuccio mentre tornavo da scuola con le amiche: ero sul Lungo Ticino, ricordo esattamente dove, perché alcuni bambini dietro a noi mi hanno chiamato per dirmi che avevo perso qualcosa, ma credevo ci prendessero in giro e non mi sono fermata!  Arrivata a casa mi sono accorta di non averla più e sono corsa fuori a cercarla... ma era troppo tardi. Ne ho avute altre, ma il piacere di scrivere a mano è sempre stato collegato alla penna col pennino e poi alla stilografica di madreperla.





In quarta o in quinta probabilmente è arrivata la biro, con tutti i suoi vantaggi... ma ancora adesso percepisco la differenza tra questi pezzetti di plastica e la varietà di sensazioni che sentivo allora nelle dita: il peso diverso della cannuccia di legno; lo spessore del pennino più o meno di qualità; l'inchiostro fluido quando era nuovo; il pennino che si rompeva sul fondo del calamaio quando intingevamo con un gesto troppo forte; la carta del quaderno che ogni tanto faceva un buco quando l'inchiostro era troppo.

Certo: ci voleva attenzione, e calma, e precisione nelle dita, e fluidità nel polso, e la schiena ben dritta, le mani morbide... per mettere in fila le lettere e le parole una dopo l'altra e per "trovarci gusto" nel rileggere.

D'altra parte, a cosa sarebbe servita la scuola, se non ci avesse insegnato queste cose?

Ancora oggi mi emoziona rivedere quello che scrivevo a 7 anni: continuo a sorridere del contenuto dettato dalla maestra, ma risento dentro ogni volta la soddisfazione di "averlo fatto io, lettera dopo lettera", in modo così preciso, rotondo e bello.



... e continuo a pensare che forse avevano ragione i vecchi a diffidare della penna biro e a ritenere

"che proprio questa fluidità fosse una delle cause del sospetto delle maestre: una scrittura troppo “facile” non impegnava il bambino a formare le lettere lentamente e una per volta e induceva a  scarabocchiare più che a scrivere."

In ogni caso, continuiamo a scrivere a mano e in corsivo: fa tanto bene a tutto e a tutti!